sabato 2 aprile 2016

Bologna, il “teatro che dà da mangiare”


Andare a teatro con la busta della spesa anziché il biglietto d’ingresso, e pagare in questo modo per contribuire a una buona causa. È possibile a Bologna, grazie all’iniziativa di una piccola compagnia di attori, il Teatro dei Venticinque, che gestisce l’omonimo spazio in via Cesare Abba, nella prima periferia della città.

È il “teatro che dà da mangiare”, così hanno voluto chiamare la nuova stagione, all’insegna della solidarietà e anche per smentire il luogo comune secondo il quale col teatro si fa la fame. «Per una volta, visto che col teatro non si diventa ricchi, abbiamo voluto contribuire a qualcosa che è molto più grande di noi», spiega il presidente, Romano Trerè, anche lui pensionato con alle spalle quarant’anni passati ad arbitrare sui campi di calcio.

In pratica in alcuni dei 32 spettacoli previsti dal nuovo cartellone, da adesso al prossimo aprile – inizialmente otto, ma il numero è destinato ad aumentare, visto il successo dell’iniziativa – sarà possibile, anziché pagare i dieci euro del regolare biglietto, presentarsi al botteghino con una busta della spesa contenente generi non deteriorabili.

Massima libertà di scelta. Ammessi latte, olio, pasta, biscotti e scatolame ma anche detersivi per il bucato, prodotti per la pulizia della casa e per l’igiene personale. Tutto quello che in genere può finire nel carrello della spesa di una famiglia. E in effetti i destinatari dell’iniziativa sono gli Empori Solidali di Casa Zanardi, una presenza molto attiva a Bologna, frutto di una collaborazione tra il Comune e diverse realtà di volontariato, tra cui l’Associazione dedicata a don Paolo Serrazanetti, bellissima figura di grecista e prete di strada scomparso dieci anni fa, dopo una vita dedicata all’insegnamento e all’inclusione degli ultimi.

Tra le tante attività, Casa Zanardi gestisce due empori solidali, dove possono fare la spesa gratuitamente una settantina di famiglie, che a partire dal prossimo gennaio dovrebbero crescere fino a un centinaio.

Il Teatro dei venticinque è nato quattro anni fa ed è un teatro a conduzione familiare frutto della passione di un gruppo di attori, oggi in buona parte pensionati, che hanno preso in gestione un ex centro sociale per anziani, nel quartiere Savena, rinnovandolo completamente. Nonostante sia uno spazio ridotto, al massimo trenta posti a sedere, trentacinque se proprio ci si vuole stringere, il cartellone è sempre molto ricco, con proposte che vanno dal classico al contemporaneo.

«Vogliamo dare visibilità alle compagnie legate al territorio, ma spesso ospitiamo anche gruppi che vengono da fuori regione», continua il presidente. In tempi di crisi, una crisi che accomuna i teatri e le famiglie, le compagnie di turno ricevono vitto e alloggio e una percentuale sugli incassi. Di certo non diventano ricche ma non vengono nemmeno penalizzate dall’attuale iniziativa, che non andrà a gravare sulla loro percentuale. «Per sostenere il progetto ci siamo autotassati», conclude Treré, «del resto siamo convinti che il teatro debba avere anche una funzione sociale e col nostro gesto vogliamo invitare il pubblico a riflettere».

di Simonetta Pagnotti

12 novembre 2015

FONTE: Famiglia Cristiana

Nessun commento:

Posta un commento