venerdì 4 dicembre 2015

Gli ho dato 3 volte la vita


Nel 2003 ha salvato suo figlio dalla leucemia con un trapianto di midollo, ma non è bastato. E ora gli ha donato anche un rene. «Così ho fatto rinascere il mio Matteo»


Di mamma ce n’è una sola. Ma per un figlio si fa in tre.
Simonetta Severi
, 54 anni (54 nel 2012…. oggi sono 57), non è l’eccezione e, soprattutto, conferma la regola come nessuna mai prima di lei. Al suo unico ragazzo, Matteo, 29enne (oggi 32enne), ha dato la vita e gliel’ha salvata due volte, rendendogliela finalmente serena.
La signora Severi ci ha raccontato la sua storia da un letto dell’ospedale Molinette di Torino, in cui Gente l’ha incontrata pochi giorni prima di essere dimessa, in tempo per passare la Pasqua a Perugia, e dove si è svolto l’ultimo capitolo del suo calvario iniziato nel 2003. Quell’anno, infatti, a suo figlio Matteo viene diagnosticata una grave forma di leucemia acuta linfoblastica. Per lui c’era solo una speranza: il trapianto di midollo.
«La mia è stata una scelta obbligata, sono sua madre: è tutto quello che serviva perché fossi io a donarglielo», ci ha detto Simonetta, sempre al fianco di suo marito Sergio. L’intervento avvenne a Roma. Andò tutto bene. Per un po’.
Già, perché in seguito a qualsiasi trapianto di organi un paziente deve ricorrere a terapie anti rigetto. Accadde lo stesso per Matteo.
«Per questo vengono usati immunosoppressori», ha spiegato a Gente il dottor Piero Bretto, uno dei medici che ha curato i Severi, «che però abbassando le difese dell’organismo possono dare luogo a infezioni». Al ragazzo capitò giusto questo, con problemi a livello renale. Ma come se non bastasse, Matteo sviluppò un tumore al rene, che gli venne poi tolto chirurgicamente. Con il passare del tempo dovette perfino sottoporsi a dialisi. Di nuovo l’unica soluzione era un trapianto. E ancora una volta incombeva lo spettro dei farmaci anti rigetto, che avrebbero anche potuto avere effetti nefasti sulla salute del ragazzo.
Per fortuna c’era Simonetta.
«Io e Matteo abbiamo affrontato la situazione con grande serenità, sempre insieme», ci rivela lei. La decisione fu presa, sarebbe stata nuovamente la super mamma a correre in aiuto del figlio. Il ricovero è avvenuto all’ospedale Molinette di Torino, all’avanguardia in questo tipo di interventi. «Dal 2001 preleviamo i reni per i trapianti da vivente praticando solo piccoli buchi, attraverso i quali vengono inseriti gli strumenti per staccare l’organo. Dopodichè pratichiamo un taglio di 5 centimetri nella zona puberale da cui, con un’attrezzatura speciale, sfiliamo il rene», continua il dottor Bretto. La famiglia Severi, però, sembrava non poter fare a meno di una certa dose di suspense. «Il rene tolto alla signora, perfetto dal punto di vista funzionale, presentava due problemi, uno vascolare e uno urologico, corretti con successo durante l’intervento», continua il medico. E la Severi ci ha rivelato: «Prima dell’operazione io e Matteo non abbiamo potuto incontrarci. E così ci siamo augurati “In bocca al lupo!” mandandoci un sms con il cellulare».
Come stanno adesso Simonetta e Matteo?
«Bene tutti e due. La mamma è stata la prima a essere dimessa», interviene Piero Bretto. Del resto Matteo ha un vero asso nella manica. Si chiama chimerizzazione: ricevendone il midollo, cioè, il ragazzo ha acquistato le carattarestiche genetiche della madre. Insomma, il corpo di Matteo non riconosce come estraneo il rene di Simonetta e dunque la terapia anti rigetto, che abbiamo visto può determinare problemi, in realtà non è più necessaria per lui. «Ora avrà finalmente una vita normale», ci assicura il dottor Bretto.
E Matteo la comincerà presto, facendo quello che sogna da tanto:
«Un giro sulla mia moto e un brindisi con tutti gli amici che mi sono stati vicini», ha confidato felice a Gente dalla sua camera sterile alle Molinette. E mamma Simonetta?
«E’ venuta a trovarmi dopo il trapianto, non abbiamo avuto il coraggio di parlarci, ma il nostro silenzio è stato più chiaro di un discorso». Non è un problema. Adesso madre e figlio per farlo hanno davvero tutto il tempo che vogliono.

Di Marco Pagani

FONTE: Gente N. 16 del 17 aprile 2012



Articolo un po’ datato, ma che ci tenevo a mettere sulle pagine di questo blog. La storia del resto è bellissima e ci parla del grande, immenso Amore che intercorre tra una madre e il proprio figlio. Del resto esiste un Amore maggiore di questo? Solo l’Amore di Dio è più grande di questo!
Auguroni Simonetta e Matteo…. e che la vita vi sorrida sempre!

Marco

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