lunedì 31 agosto 2015

Turchia, pranzo di nozze diviso con 4000 profughi siriani in fuga dall’Isis


Rinunciare ad un lussuoso banchetto per festeggiare il proprio matrimonio in compagnia di 4.000 profughi siriani in fuga dall’Isis. Ha commosso il web la storia di Fethullah ed Esra, due sposini turchi che hanno deciso di donare i soldi faticosamente risparmiati dalle loro famiglie per la festa di nozze agli abitanti di un campo vicino Kilis, la città turca al confine con la Siria dove è più alto l’afflusso di persone che scappano dall’avanzata dello Stato islamico e dove è più forte il frastuono dei raid aerei di Ankara contro i jihadisti. Qui la settimana scorsa si sono sposati Fethullah ed Esra.

Tradizionalmente le nozze in Turchia si festeggiano dal martedì al giovedì e culminano con un sontuoso banchetto. Invece, la coppia ha deciso di contattare l’organizzazione Kimse Yok Mu, che si occupa dei rifugiati, e darle tutti i suoi risparmi. Le foto di Esra in abito bianco e oro e Fethullah in smoking che offrivano un pasto caldo ad ognuno dei rifugiati hanno fatto il giro dei social media e dei giornali turchi.

A bordo di un camion bar la coppia ha servito i loro invitati.
E poi ha posato sorridente in compagnia di un gruppo di bambini. L’idea di un "matrimonio diverso" è venuta per primo al padre dello sposo: «Ho pensato che consumare una cena deliziosa con i nostri amici e la nostra famiglia non era necessario, soprattutto sapendo che ci sono tante persone bisognose vicino a noi». Davanti alla proposta del padre, Fethullah non ha avuto un attimo di esitazione.


«È stato il momento più bello della mia vita. Vedere la felicità negli occhi dei bambini siriani è stato impagabile. Abbiamo cominciato il nostro viaggio verso la felicità rendendo felici altre persone. E questa è una sensazione impagabile».

Meno entusiasta era la sposa, ma solo in un primo momento.
«Quando Fethullah me l’ha detto sono rimasta scioccata, ma dopo mi sono convinta. È stata un’esperienza meravigliosa».

E chissà che al loro atto di amore verso il prossimo non ne seguano altri, in una regione tra le più devastate dagli effetti della furia dell’Isis dove presto sarà costruito un nuovo campo per ospitare fino a 55mila rifugiati siriani. «I nostri amici», ha raccontato lo sposo, «hanno detto che il nostro gesto li ha ispirati e adesso vogliono organizzare una festa simile per il loro matrimonio».

4 agosto 2015

FONTE: http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2015/08/04/AR3UfdNF-turchia_profughi_siriani.shtml


In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, in cui il problema dei rifugiati è più attuale e scottante che mai, gesti di Solidarietà come questi fanno tanto bene al cuore e ci ricorda ancora, semmai ce ne fosse bisogno, che siamo tutti fratelli, che siamo tutti figli di un unico Padre, qualsiasi sia la nostra provenienza, colore della pelle, religione o estrazione sociale.
Grazie Fethullah, grazie Esra, per avercelo ricordato ancora una volta.


Marco

mercoledì 26 agosto 2015

Rachel Beckwith, la bambina che ha risvegliato la sensibilità della gente


In nove anni di vita Rachel Beckwith ha fatto in tempo a regalare i suoi riccioli per ben tre volte. La prima volta a 5 anni: in classe aveva saputo di un'organizzazione (Locks of Love) che raccoglieva capelli per farne parrucche da dare ai bambini malati di cancro. Rachel non ci ha pensato due volte. Si è fatta rapare da sua madre, Samantha, poi ha aspettato che i capelli ricrescessero. E l'ha fatto di nuovo. La terza volta è stata il 23 luglio 2011, il giorno della sua morte in seguito a un incidente sull'autostrada.
Rachel, riporta lesioni fatali, resta in coma per tre giorni e poi sale in Cielo. I genitori hanno donato gli organi di Rachel e la sua ultima chioma.

Nove anni appena compiuti, il 12 giugno 2011. Era stato un compleanno speciale, anzi molto normale per una bambina come Rachel Beckwith da Seattle, Stati Uniti. A familiari e amici aveva detto: «Anziché farmi un regalo, donate 9 dollari alle persone che costruiscono pozzi per chi non ha l'acqua potabile».
Tutto nasce durante la celebrazione della messa domenicale, quando il pastore inizia a parlare delle nazioni bisognose di acqua e dell’organizzazione benefica «Charity: water», una delle tante organizzazioni non governative che raccolgono fondi per progetti umanitari legati all'acqua. Questo commovente discorso risveglia la sensibilità della bambina che, senza pensarci troppo decide di fare qualcosa, di mettersi in mezzo, quindi di intraprendere un cammino di aiuto verso i più bisognosi. Con la mamma contatta l'ong. Dalle trecce ai rubinetti, con la stessa filosofia molto infantile (molto pragmatica). Sul sito c'è ancora la sua pagina: «Per piacere aiutatemi. Ai donatori manderemo le foto dei pozzi e le coordinate geografiche tratte da Google Earth. Il mio obiettivo è raccogliere 300 dollari».
Rachel era fatta così:
«Lei si preoccupava per gli altri più di se stessa».
 
Rachel era una bambina del suo tempo, computer e Google Earth. Si era presa pure una cotta per il cantante Justin Bieber, l'idolo dei giovanissimi, anche se sua madre dice che lei non osava ammetterlo. Probabilmente avrebbe barattato un ballo con Justin (un altro sponsor di «Charity: water») pur di raccogliere ancora un pugnetto di dollari per la raccolta fondi di compleanno, che si era fermata poco sotto la soglia prefissata: 280 dollari. Nei tre giorni in cui Rachel è rimasta incosciente in un letto di ospedale - racconta Nicholas Kristof sul New York Times - gli amici le hanno sussurrato all'orecchio che poteva essere soddisfatta: le donazioni in suo nome avevano superato di gran lunga i 50 mila dollari regalati dalla star Bieber. E il 25 luglio, dopo i funerali, mamma Samantha ha scritto un post per ringraziare tutti dell'affetto e della generosità: «I know Rachel is smiling!».

Magari sta sorridendo di come ragionano gli adulti e dei meccanismi della celebrità online post mortem e del bambino Simon che ha mandato 5 dollari «anche se volevo dare di più ma ho solo 8 anni e questa è la mia paghetta settimanale». O del nostro cinismo. Qualcuno dirà che è stato l'autotreno. Se Rachel non fosse morta un sabato di fine luglio sull'autostrada, schiacciata da un camion che ha travolto la macchina su cui viaggiava con la famiglia ferendo mortalmente soltanto lei, forse nessuno si sarebbe accorto della strana festa di compleanno di una bambina della periferia di Seattle. La sua raccolta fondi per scavare pozzi in Congo o in Bangladesh sarebbe rimasta a quota 280 e non avrebbe sorpassato il milione di dollari. Probabilmente Kristof non avrebbe scritto quel pezzo così ispirato in cui fa di Rachel un simbolo positivo delle generazioni più giovani, quelle che noi «crediamo imbesuite da Facebook» e che invece ci danno una lezione di altruismo, «in questi tempi grami di paralisi politica in cui tutti sono assorbiti solo dai propri interessi». Scott Harrison, il 35enne ex manager di night-club che nel 2006 ha avuto l'illuminazione di «Charity: water», ha scritto che Rachel ha insegnato qualcosa agli adulti, che si sono un po' vergognati «di fronte alla generosità dimostrata da una ragazzina». Se non ci fosse stato quell'autotreno, Rachel non avrebbe perso tempo a dispiacersi per il mancato raggiungimento di quota 300 dollari. E avrebbe cominciato un altro progetto, pronta a tagliarsi i capelli ancora e ancora.

Agosto 2011

FONTE: http://marco-lavocedellaverita.blogspot.it/2014/05/rachel-beckwith-la-bambina-che-ha.html





Sono venuto a conoscenza di questa storia meravigliosa un pò di tempo fa e ne sono rimasto incantato. La storia è un pò datata, essendo di 4 anni fa, ma è così bella che non potevo ometterla dalle pagine di questo blog... e credo che meriti veramente di essere conosciuta dal maggior numero di persone possibile.
Che insegnamento che ci da questa ragazzina: altruismo, generosità, sensibilità e Amore, nonostante la sua giovanissima età. In un età in cui di solito si pensa sopratutto a giocare, lei pensava a come aiutare i malati di cancro, pensava cosa fare per aiutare i paesi più poveri ad avere l'acqua potabile. E da una piccola raccolta fondi iniziata in proprio, si è arrivati a donazioni che hanno superato in breve tempo il milione di dollari. Ecco cosa può fare l'Amore!
Grazie piccola Rachel, grazie per l'insegnamento che ci hai dato. E da Lassù, sono sicuro, continuerai a fare del Bene come hai saputo fare già durante il tuo breve, ma intenso, pellegrinaggio su questa terra. Grazie di tutto!

Marco

domenica 16 agosto 2015

Ristoratore offre cibo ai bisognosi: “Voglio aiutare chi ha faticato una vita ed è stato privato di tutto”


Lui si chiama Emanuele Innocenti, ha 47 anni e gestisce un ristorante, Il Ghiottone, a Quarrata, in provincia di Pistoia. Quest’uomo rappresenta una porzione d’Italia che può dare ancora speranza e che sa cosa significa solidarietà.

Tutti i giorni, infatti, dalle 8 alle 9 del mattino, Innocenti ha deciso di dedicare un’ora del suo tempo per dare cibo agli indigenti. La decisione è stata presa, racconta, quando ha visto per l’ennesima volta due anziani rovistare nell’immondizia per cercare del cibo. Persone che, dopo una vita di lavoro, oggi, sono diventati “nuovi poveri”, colpa di un sistema che non li aiuta e di pensioni misere che non servono a coprire tutte le spese e a sfamarli.

Così, decide di appendere all’ingresso del locale un cartello dove è scritto: “Tutte le mattine, tranne il lunedì, dalle 8 alle 9, il Ghiottone offrirà cibi per le persone che si trovano in difficoltà. Mi riservo la facoltà del dono. Se è chiuso bussate. (Numero di cellulare). Un abbraccio, Emanuele”.

Lui, che ha attraversato nella sua vita un anno particolarmente difficile, ha deciso di tendere una mano a chi ha bisogno: “Io per primo – spiega – sono stato aiutato. Qualcuno mi ha teso una mano. Adesso voglio fare lo stesso con chi ha lavorato una vita, pagando i contributi, e ora non ha i soldi per mangiare. Con quelle famiglie lasciate sole dalle istituzioni
.

Così, invece di buttare la roba da mangiare, dopo la chiusura serale del locale, cosa che tra l’altro fanno molti ristoratori, ha deciso di donarla a chi ne ha bisogno: “L’altra mattina sulla Statale, quando ho visto quella coppia di anziani rovistare nel cassonetto, ho provato una vergogna immane. Un piatto di pasta non si nega a nessuno. Bisogna partire da qui, dall’aiuto basilare. Questi pensionati che ora frugano nell’immondizia, sono stati la colonna portante dell’Italia. I miei genitori artigiani, oggi costretti a una misera pensione, lo sono stati”. “Voglio dimostrare – continua – che questa battaglia la può fare chiunque, anche con un locale di venti metri quadri. La mia iniziativa è per aiutare chi è in difficoltà ma anche per svegliare la coscienza delle altre persone. Svegliamoci tutti.

Più volte Emanuele Innocenti ha spiegato che non si tratta di una trovata pubblicitaria, garantendo, a chi dovesse chiedere il suo aiuto, la massima discrezione.

E a chi ipotizza la possibilità che le Autorità competenti facciano un controllo sulla distribuzione dei pasti, risponde: “Avverto chi di dovere che non rilascerò alcuno scontrino per la merce donata. Se credete che faccia tutto questo per lucrare, vi invito a venire qui a vedere con i vostri occhi e servire insieme a me tutte quelle persone che hanno bisogno”. Lui, infatti, come ha scritto, si riserva il diritto di donare e continuarlo a fare in ogni caso, perché, dice “Bisogna smettere di aver paura. Voglio aiutare chi ha faticato una vita e alla fine è stato privato di tutto. So che sono proprio queste le persone che hanno più vergogna, che non sono abituate a chiedere. Vorrei prendessero questa mano tesa. Sono disposto anche a portare il cibo nelle loro case”.

di Agnese Tondelli

3 aprile 2015

FONTE: Ambientebio.it
http://ambientebio.it/ristoratore-offre-cibo-ai-bisognosi-voglio-aiutare-chi-ha-faticato-una-vita-ed-e-stato-privato-di-tutto/

mercoledì 5 agosto 2015

"Cranky", un uomo vecchio


Quando un uomo anziano è morto nel reparto geriatrico di una casa di cura in un paese della campagna Australiana, si credeva che nulla di valore egli avesse potuto lasciare. Più tardi, le infermiere sistemando i suoi pochi averi, trovarono questa poesia. La qualità ed il contenuto impressionarono lo staff che volle farne tante copie da distribuire agli infermieri di tutto l'ospedale.

Un'infermiera di Melbourne volle che una copia della poesia comparisse nelle edizioni di Natale delle riviste di tutto il paese come unico lascito di questo vecchio per i posteri e facendo in modo che figurasse su tutte le riviste per la salute mentale. E' stata anche fatta una raccolta di immagini dedicata a questa semplice ma eloquente poesia.

E così questo vecchio, che nulla pareva potesse dare al mondo, ora è l'autore di questa poesia "anonima" che vola attraverso la rete internet.

"Cranky", un uomo vecchio

Cosa vedi infermiera? ...Cosa vedete?
Che cosa stai pensando mentre mi guardi?
"Un povero vecchio".... non molto saggio...
con lo sguardo incerto ed occhi lontani...
Che schiva il cibo... e non da risposte...
e che quando provi a dirgli a voce alta: "almeno assaggia"!...
sembra che nulla gli importi di quello che fai per lui...
Uno che perde sempre il calzino o la scarpa...
che ti resiste, non permettendoti di occuparti di lui...
per fargli il bagno, per alimentarlo...
e la giornata diviene lunga....

Ma cosa stai pensando?.... E cosa vedi??...
Apri gli occhi infermiera!!... perchè tu non sembri davvero interessata a me...

Ora ti dirò chi sono... mentre me ne stò ancora seduto quì a ricevere le tue attenzioni... lasciandomi imboccare per compiacerti.

"Io sono un piccolo bambino di dieci anni con un padre ed una madre,
fratelli e sorelle che si voglion bene...
Sono un ragazzo di sedici anni con le ali ai piedi... che sogna presto di incontrare l'amore...
A vent'anni sono già sposo... il mio cuore batte forte....
giurando di mantener fede alle sue promesse...
A venticinque... ho già un figlio mio...
che ha bisogno di me e di un tetto sicuro, di una casa felice in cui crescere.
Sono già un uomo di trent'anni e mio figlio è cresciuto velocemente,
siamo molto legati uno all'altro da un sentimento che dovrebbe durare nel tempo.
Ho poco più di quarant'anni, mio figlio ora è un adulto e se ne và,
ma la mia donna mi stà accanto... per consolarmi affinchè io non pianga.
A poco più di cinquant'anni... i bambini mi giocano attorno alle ginocchia.
Ancora una volta, abbiamo con noi dei bambini io e la mia amata...

Ma arrivano presto giorni bui.... mia moglie muore....
....guardando al futuro rabbrividisco con terrore....
Abbiamo allevato i nostri figli e poi loro ne hanno allevati dei propri.
...E così penso agli anni vissuti... all'amore che ho conosciuto.
Ora sono un uomo vecchio... e la natura è crudele.
Si tratta di affrontare la vecchiaia... con lo sguardo di un pazzo.
Il corpo lentamente si sbriciola... grazia e vigore mi abbandonano. Ora c'è una pietra... dove una volta ospitavo un cuore.
Ma all'interno di questa vecchia carcassa un giovane uomo vive ancora...
e così di nuovo il mio cuore martoriato si gonfia.
Mi ricordo le gioie... ricordo il dolore.
Io vorrei amare, amare e vivere ancora...
ma gli anni che restano son pochissimi...
tutto è scivolato via... veloce...
e devo accettare il fatto che niente può durare...."

Quindi aprite gli occhi gente... apriteli e guardate....
...."Non un uomo vecchio"....
avvicinatevi meglio e... vedete ME !!
_______________________________________________________ Ricordatevi questa poesia quando incontrate una persona anziana, per evitare di metterla da parte senza guardare all'anima giovane che le stà all'interno, perchè tutti noi un giorno, saremo così...


FONTE: http://altrarealta.blogspot.it/2015/07/cranky-uomo-vecchio.html


Poesia struggente e bellissima, che deve fare molto riflettere.
Ognuno di noi si pone di fronte alla "vecchiaia" in maniera diversa: c'è chi spera di arrivarci (per avere una vita lunga), chi invece la teme e ne ha paura, chi vorrebbe arrivarci lucido e possibilmente in discreta (per non dire buona) salute, chi vorrebbe evitarla a tutti i costi..... In tutti i casi, ogni persona anziana è un essere umano, un uomo o una donna con un lungo vissuto alle spalle, che per questo merita rispetto, attenzione e Amore. Questa intensa poesia ci dice proprio questo, e ogni persona che si rapporta con una persona anziana, dovrebbe sempre pensare a quello che questa persona ha vissuto, ha sudato, ha gioito, ha sofferto, ha pianto, ha amato attraverso i tanti e lunghi anni della propria vita.
Rispetto a Amore meritano le persone anziane, sempre, sempre, incondizionatamente..... anche qualora qualcuna di queste persone dovesse avere commesso dei brutti errori nella propria vita.
E a tutti i figli vorrei dire con forza: non abbandonate mai i vostri genitori anziani! Loro hanno dato la propria vita per voi.... pensate sempre a questo! Mi rendo perfettamente conto che non è sempre possibile rimanere vicini a loro, sotto lo stesso tetto, e che talvolta è indispensabile anche l'istituto. Ma andateli a trovare spesso, state loro vicini, parlategli (anche se non dovessero capirvi più) e non fategli mai mancare il vostro affetto. L'Amore è la più grande "Forza" dell'universo, e voi, per loro, siete veramente tutto!

Marco